L’inflazione e l’impatto sul TFR
rivalutazioni del trattamento di fine rapporto
L’inflazione e l’impatto sul TFR
a cura di Fabio Venanzi
19 Aprile 2022
Da diversi mesi, l’inflazione continua a crescere e ciò si riflette anche sulle rivalutazioni del trattamento di fine rapporto. Infatti, l’articolo 2120 del codice civile prevede il TFR sia incrementato, su base composta, ad esclusione della quota maturata nell’anno, di un tasso costituito dall’1,50 percento in misura fissa e dal 75 percento dell’aumento dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglia di operai e impiegati, accertato dall’Istat, rispetto al mese di dicembre dell’anno precedente. In pratica, si calcola la differenza in percentuale tra il mese di dicembre dell’anno precedente e il mese in cui si effettua la rivalutazione. Dopodiché, si calcola il 75 percento della differenza, a cui si aggiunge un tasso fisso dello 0,125 percento (1,50 su base annua. La somma tra il 75 percento e il tasso fisso è il coefficiente di rivalutazione.
Per i pubblici, dipendenti e privati, cessati tra il 15 marzo e il 14 aprile 2022, l’indice di rivalutazione complessiva è pari a 1,02987994.
Il trattamento di fine rapporto viene utilizzato spesso come valore di riferimento per valutare le scelte di investimento nei fondi pensione. Con l’inflazione che cresce a ritmi elevati, anche l’indice di rivalutazione del TFR ne risente. Per coloro che non hanno aderito ai fondi complementari, il TFR rischia di essere maggiormente premiante rispetto ai colleghi che hanno aderito. Ovviamente, i conti vanno fatti nel...