Tre esempi di adempimento all’obbligo di introduzione dello smart working nelle PA. a cura di Emilio Gregori e Giovanni Viganò
Lo smart working, o lavoro agile, è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato...
Tre esempi di adempimento all’obbligo di introduzione dello smart working nelle PA. a cura di Emilio Gregori e Giovanni Viganò
01 Aprile 2019
Lo smart working, o lavoro agile, è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato che permette un alto livello di flessibilità rispetto all'orario e al luogo di svolgimento del lavoro stesso la cui introduzione è obbligatoria in tutte le pubbliche amministrazioni in seguito alla L.124/2015 e alla L.81/2017. Esso risponde all'obiettivo di incrementare la produttività e, allo stesso tempo, di agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. Il target posto dalla L.124/2015 è di garantire in tre anni una modalità di lavoro flessibile (smart working o telelavoro)ad almeno il 10% dei lavoratori del pubblico impiego che ne fanno richiesta. Come indicato nelle linee guida di cui alla Direttiva PCM numero 3 del 1 giugno 2017, è necessario dunque per le P.A. definire un preciso percorso di progettazione e implementazione di questa forma di flessibilità. Proponiamo di seguito una panoramica su 3 casi studio mappati in aula in occasione di un corso di formazione FORMEL sullo smart working tenuto da Synergia.
Università degli studi di Palermo
L'UniPa ha già impostato il proprio percorso di introduzione dello smart working. Innanzitutto, è stata individuata la struttura nella quale verrà svolta la sperimentazione: l'area amministrativa dedicata allo sviluppo dei servizi informatici è stata considerata particolarmente compatibile, poiché molte operazioni sono per natura eseguibili da remoto.
È stato inoltre proposto uno schema relativo agli orari per i lavoratori agili: i dipendenti si recheranno quattro giornate da sei ore nella loro sede; lavorerannopoi sei ore senza vincoli di luogo ma con reperibilità in alcune fasce orarie, condizione che caratterizza il telelavoro; la forma di smart working più pura è invece rappresentata da sei ore lavorative, che il dipendente svolge liberamente in base alle sue esigenze e impegni.