IN MERITO ALLA LEGITTIMITA' DELL'ATTRIBUZIONE DEGLI EMOLUMENTI AI COMPONENTI DEL CDA DI UN CONSORZIO-AZIENDA NON OBBLIGATORIO DI CUI ALL'ART. 31 DEL TUELa cura di Salvio Biancardi
L‘attribuzione delle indennità, dei gettoni o degli emolumenti sotto qualsiasi forma, ai...
IN MERITO ALLA LEGITTIMITA' DELL'ATTRIBUZIONE DEGLI EMOLUMENTI AI COMPONENTI DEL CDA DI UN CONSORZIO-AZIENDA NON OBBLIGATORIO DI CUI ALL'ART. 31 DEL TUELa cura di Salvio Biancardi
14 Marzo 2017
L‘attribuzione delle indennità, dei gettoni o degli emolumenti sotto qualsiasi forma, ai componenti del C.d.A. di un Consorzio-Azienda non obbligatorio, di cui all‘art. 31 del T.U.E.L. deve ritenersi ricadente nel divieto sancito dal legislatore.
Va rammentato che l‘articolo 5, comma 7, del Decreto Legge 31 maggio 2010, n. 78, come convertito dall‘articolo 1, comma 1, della Legge 30 luglio 2010, n. 122, dispone che "Agli amministratori di forme associative di enti locali, aventi per oggetto la gestione dei servizi e funzioni pubbliche, non possono essere attribuite retribuzioni, gettoni, e indennità o emolumenti in qualsiasi forma siano essi percepiti".
E’ pertanto necessario chiarire se sia possibile per un Consorzio - Azienda non obbligatorio di cui all‘art. 31 del TUOEL, a cui partecipino, oltre agli Enti Locali maggioritari, anche altri enti pubblici minoritari (ad esempio, enti autonomi di diritto pubblico), riconoscere ai componenti del Consiglio d‘Amministrazione indennità o gettoni o emolumenti sotto qualsiasi forma.
La questione è stata affrontata dalla Corte dei conti sez. regionale per il Veneto, nel parere n. 1 del 10 gennaio 2017.
La Corte ha rammentato che nell’ambito dell’intervento legislativo di contenimento della spesa pubblica varato con il Dl. n. 78/10, convertito nella Legge n. 122/12 – che ha introdotto “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica” – sono riportati l’art. 5, che detta disposizioni dirette a favorire le “Economie negli Organi costituzionali, di governo e negli apparati politici”,e l’art. 6, che prevede la “Riduzione dei costi degli apparati amministrativi”.
L’art. 6, comma 2, del Dl. n. 78/10, convertito nella Legge n. 122/10, dispone che, “a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente Decreto la partecipazione agli Organi collegiali, anche di amministrazione, degli Enti, che comunque ricevono contributi a carico delle finanze pubbliche, nonché la titolarità di organi dei predetti enti è onorifica; essa può dar luogo esclusivamente al rimborso delle spese sostenute ove previsto dalla normativa vigente; qualora siano già previsti i gettoni di presenza non possono superare l’importo di 30 euro a seduta giornaliera”.
La norma contenuta nell’art. 5, comma 7, del Dl. n. 78/10, letteralmente prevede che, “… agli Amministratori di Comunità montane e di Unioni di comuni e comunque di forme associative di Enti Locali, aventi per oggetto la gestione di servizi e funzioni pubbliche non possono essere attribuite retribuzioni, gettoni, o indennità o emolumenti in qualsiasi forma siano essi percepiti”.
Sulla questione inerente l’ambito soggettivo di applicazione delle succitate norme contenute nel Dl. n. 78/10, rilevante per la soluzione del quesito proposto, la Corte ha richiamato la giurisprudenza (Sezione delle Autonomie, deliberazione n. 29/SEZAUT/2015/QMIG del 14 settembre 2015; Sezione delle Autonomie, deliberazione n. 4/SEZAUT/2014/QMIG): essendo la finalità perseguita dal legislatore quella di “operare sensibili riduzioni di spesa a carico della pubblica amministrazione” (Sezione regionale di controllo per la Lombardia, deliberazione n. 13/2011/PAR), la...