Il lavoro agile: la sfida della fase due.
La direttiva del 4 maggio 2020, numero 3, del Ministro per la Pubblica Amministrazione, conferma il...
Il lavoro agile: la sfida della fase due.
di Valerio Langè e Emilio Gregori, Synergia (Milano)
19 Maggio 2020
La direttiva del 4 maggio 2020, numero 3, emanata dal Ministro per la Pubblica Amministrazione, conferma il lavoro agile come modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa e lancia una sfida alle Pubbliche Amministrazioni: mettere a regime e rendere sistematiche le misure adottate nella fase emergenziale, al fine di rendere il lavoro agile lo strumento primario per il potenziamento dell’efficacia e dell’efficienza dell’azione amministrativa.
È infatti da rilevare come il lavoro agile è “una modalità che si è rivelata una soluzione efficace che, nell’ambito dei servizi ed in molti settori della pubblica amministrazione, ha permesso la continuità dei processi lavorativi e, allo stesso tempo, ha contribuito in maniera sostanziale al contenimento dell’epidemia” (INAIL, Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione). In particolare, dal monitoraggio effettuato dal Ministro per la Pubblica Amministrazione, emerge come il lavoro agile coinvolga, il 72% dei dipendenti delle Regioni.
Per la fase attuale, l’INAIL sottolinea come il lavoro agile “costituirà un utile e modulabile strumento di prevenzione in molti settori” ma avverte che “l’utilizzo di tali forme di lavoro a distanza necessita tuttavia di rafforzare le misure di supporto per la prevenzione dei rischi connessi a questa tipologia di lavoro, in particolare fornendo assistenza nell’uso di apparecchiature e software nonché degli strumenti di videoconferenza, incoraggiando a fare pause regolari; in aggiunta, il management dovrà tenere conto della necessità di garantire il supporto ai lavoratori che si sentono in isolamento e a quelli che contestualmente hanno necessità di accudire i figli”.
In concreto, le amministrazioni devono valutare se le nuove o maggiori attività, legate alla ripresa progressiva delle attività economiche, possano continuare a essere svolte con le modalità organizzative finora messe in campo oppure se debbano essere ripensate a garanzia dei servizi pubblici da assicurare alla collettività. Ciascuna Amministrazione è...