La titolarità di partita Iva del pubblico dipendente
Uno degli aspetti maggiormente controversi è la titolarità di partita iva del pubblico...
La titolarità di partita Iva del pubblico dipendente
Uno degli aspetti maggiormente controversi è la titolarità di partita iva del pubblico dipendente. A tal proposito, l’articolo 53 del Decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165 richiama l’articolo 60 del DPR 10 gennaio 1957 n. 3
17 Dicembre 2019
Uno degli aspetti maggiormente controversi è la titolarità di partita iva del pubblico dipendente. A tal proposito, l’articolo 53 del Decreto legislativo 30 marzo 2001 n. 165 richiama l’articolo 60 del DPR 10 gennaio 1957 n. 3 circa le incompatibilità per tutti i pubblici dipendenti. Giova precisare che, norme specifiche regolano i rapporti di lavoro a tempo parziale non superiore al 50 percento e del personale a tempo definito. In particolare, il citato articolo 60 stabilisce che l’impiegato non può esercitare il commercio, l’industria, né alcuna professione o assumere impieghi alle dipendenze di privati o accettare cariche in società costituite a fine di lucro, tranne che si tratti di cariche in società o enti per le quali la nomina è riservata allo Stato e sia all’uopo intervenuta l'autorizzazione del ministro competente.
Con la risposta n. 20, l’Agenzia delle Entrate – Divisone Contribuenti – ha riscontro il quesito di un ente il quale ha chiesto se i dipendenti neoassunti debbano ovvero possano mantenere o meno aperta la partita Iva per il tempo strettamente necessario alla riscossione dei crediti afferenti alla pregressa attività professionale e maturati prima dell’assunzione in servizio.
Secondo l’Agenzia delle Entrate, il quesito si inserisce nell’ambito di un tema complesso. In linea generale, la cessazione dell’attività professionale, con conseguente cessazione della partita Iva, non può prescindere dalla conclusione di tutti gli adempimenti conseguenti alle operazioni attive e passive effettuate. La cessazione non può realizzarsi in presenza di...