Utilizzare i dispositivi personali per il lavoro agile in emergenza: luci e ombre
La possibilità per i dipendenti pubblici di utilizzare i propri dispositivi personali a scopi...
Utilizzare i dispositivi personali per il lavoro agile in emergenza: luci e ombre
di Emilio Gregori e Valerio Langè, Synergia (Milano)
06 Aprile 2020
La possibilità per i dipendenti pubblici di utilizzare i propri dispositivi personali a scopi professionali, come è già stato evidenziato in precedenti articoli, è una delle misure previste dal Governo per consentire l’immediata attivazione del lavoro agile e garantire così sia la tutela della salute pubblica, sia la continuità dell’azione amministrativa in questo momento di emergenza sanitaria. Occorre tuttavia tenere presenti rischi e regole.
Già la circolare 1/2020 dello scorso 4 marzo indicava che tra le misure e gli strumenti, anche informatici, a cui le pubbliche amministrazioni, nell’esercizio dei poteri datoriali e della propria autonomia organizzativa, possono ricorrere per incentivare l’utilizzo di modalità flessibili di svolgimento a distanza della prestazione lavorativa, si evidenzia l’importanza del ricorso alle modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa anche nei casi in cui il dipendente si renda disponibile ad utilizzare propri dispositivi, a fronte dell’indisponibilità o insufficienza di dotazione informatica da parte dell’amministrazione, garantendo adeguati livelli di sicurezza e protezione della rete secondo le esigenze e le modalità definite dalle singole pubbliche amministrazioni. La successiva direttiva 2/2020 del 13 marzo confermava tale possibilità, ricordando la possibilità di ricorrere alle modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa anche nei casi in cui, a fronte dell’indisponibilità o insufficienza di dotazione informatica da parte dell’amministrazione, il dipendente si renda disponibile ad utilizzare propri dispositivi, garantendo in ogni caso adeguati livelli di sicurezza e protezione della rete secondo le esigenze e le modalità definite dalle singole pubbliche amministrazioni.
La possibilità di usare propri dispositivi personali per scopi lavorativi, utilizzandoli per accedere alle informazioni aziendali e alle loro applicazioni, normalmente accessibili ai soli dispositivi di proprietà dell’organizzazione, è una politica organizzativa diffusasi a partire dalla fine degli anni Duemila e nota con l’acronimo BYOD, che sta per Bring Your Own Device, cioè porta il tuo proprio dispositivo. L’organizzazione che per prima sperimentò tale politica fu Intel, che nel 2009, osservando come i dipendenti utilizzassero sul posto di lavoro i propri smartphone e tablet, anziché combattere tale tendenza scelse di accettarla e regolamentarla. La scelta si rivelò vincente, consentendo di migliorare la...