Ridurre il disagio abitativo e rivitalizzare il tessuto socio-economico delle periferie. Il tutto facendo perno sull’edilizia residenziale pubblica. È al nastro di partenza il «Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare» del governo, istituito con la legge di Bilancio 2020. Il Decreto Interministeriale n. 395 del 16.09.20 dei ministeri delle Infrastrutture, dell’Economia e dei Beni culturali che avvia il programma è stato pubblicato il 16 novembre sul sito del Mit.
Il programma – va ricordato – conta su 853,81 milioni di euro, distribuiti tra il 2020 e il 2033. Ed è teso alla rigenerazione di tessuti e ambiti urbani particolarmente degradati e carenti di servizi. Il 34 per cento delle risorse complessive sarà prioritariamente destinato a interventi nel Mezzogiorno. Con il Dm si dà avvio alla selezione dei progetti da ammettere al finanziamento. Le regioni, le città metropolitane, i comuni sede di città metropolitane, i comuni capoluoghi di provincia, la città di Aosta e i comuni con più di 60mila abitanti potranno presentare proposte.
Il Programma è promosso al fine di concorrere alla riduzione del disagio abitativo, con particolare riferimento alle periferie. Nello specifico è finalizzato a:
- riqualificare e incrementare il patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale;
- rigenerare il tessuto socio-economico;
- migliorare l’accessibilità, la sicurezza dei luoghi e la rifunzionalizzazione di spazi e immobili pubblici;
- migliorare la coesione sociale e la qualità della vita dei cittadini.
Il programma finanzia:
- interventi di cui all’art. 3, comma 1, lettere b), c), d) e f) del d.P.R. 380/2001; gli interventi di cui alla lettera e) possono essere ammessi a finanziamento solo in maniera residuale e per specifiche operazioni di...