WHISTLEBLOWING: MISURA GENERALE IN FUNZIONE ANTICORRUTTIVA PREVISTA DA LEGGE E PPNNA ANAC, DA INSERIRE OBBLIGATORIAMENTE NEL PTPCT (A SE’ STANTE O INTRA PIAO), MA LA QUESTIONE CENTRALE E’: AD ATTUAZIONE DOVEROSA O FACOLTATIVA DA PARTE DEL DIPENDENTE CHE VIENE A CONOSCENZA DI…... ?
WHISTLEBLOWING
WHISTLEBLOWING: MISURA GENERALE IN FUNZIONE ANTICORRUTTIVA PREVISTA DA LEGGE E PPNNA ANAC, DA INSERIRE OBBLIGATORIAMENTE NEL PTPCT (A SE’ STANTE O INTRA PIAO), MA LA QUESTIONE CENTRALE E’: AD ATTUAZIONE DOVEROSA O FACOLTATIVA DA PARTE DEL DIPENDENTE CHE VIENE A CONOSCENZA DI…... ?
a cura di Riccardo Lasca
23 Novembre 2023
La domanda di cui al titolo era e si mantiene d’estrema attualità anche post D.Lgs. 24/2023 che resta sibillino, come tali sono state anche le varie versioni dell’art. 54-bis del D.Lgs. 165/2001 che ha introdotto la “misura” ! Entrambe le normazioni descrivono l’evento della segnalazione come un dato di fatto, un accadimento “Il dipendente che…..segnala” con una subordinata relativa, meramente descrittiva di un evento! Capita che….. un dipendente segnala? Ma, verificandosi le condizioni in ambito lavorativo, la segnalazione è necessaria o meramente facoltativa ? Se la si omette si commette un illecito lavorativo?
Torno sulla questione perché, a dirla tutta, ove posta in consessi di ‘addetti ai lavori’ crea grande sconcerto e imbarazzo: si preferisce - par di capire dalle risposte - l’approccio accademico sull’esame di ciò che il D.Lgs. 24/2023 scrive e si ignora quanto non ha scritto e che invece avrebbe dovuto scrivere anche perché il verbo “segnala” al presente indicativo in (evidentissima) funzione imperativa dell’art. 8 del DPR 62/2013 è entrato in vigore e lo resta ancora, nonostante le varie successive versioni dell’art. 54-bis del Tupi:
Decreto del Presidente della Repubblica del 16/04/2013 - N. 62
Gazzetta Uff. 04/06/2013 n. 129
(entrato in vigore - nel silenzio dello stesso DPR - dopo 15gg. di vacatio)
“Art. 8 - Prevenzione della corruzione
1. Il dipendente rispetta le misure necessarie alla prevenzione degli illeciti nell'amministrazione. In particolare, il dipendente rispetta le prescrizioni contenute nel piano per la prevenzione della corruzione, presta la sua collaborazione al responsabile della prevenzione della corruzione e, fermo restando l'obbligo di denuncia all'autorita' giudiziaria, segnala al proprio superiore gerarchico eventuali situazioni di illecito nell'amministrazione di cui sia venuto a conoscenza.”.
Nessuna subordinata relativa: “segnala”: STOP !
Che lo si debba ritenere abrogato (nel suo dire ‘al superiore gerarchico’)? E da quando? Solo post D.Lgs. 24/2023, addirittura attuativo di una Direttiva europea? Ma anche l’art. 54.bis del Tupi, nato post DPR 62/2013, aveva già abbandonato il canale del ‘superiore gerarchico’ ! E Allora: quid iuris?
Allora: è o non è un DOVERE per il dipendente si imbatte in “eventuali situazioni di illecito nell'amministrazione di cui sia venuto a conoscenza.” (dove ???) , non potendo sostenere che non ha visto, non ha sentito, non poteva sapere visto il suo ruolo, le sue competenze e l’ordinaria diligenza esigibile ??? E ...A CHI SI “SEGNALA”, confidando legittimamente nelle tutele (tutte) del whistleblower ai sensi di legge (D.Lgs. 24/2023 oggi)? A rigore c’è anche questo secondo aspetto, non secondario !
Al di là dell’evidenziazione della RUBRICA, che qualifica chiaramente l’istituto come MISURA A-N-T-I-O-C-O-R-R-U-Z-I-O-N-E, si fa notare come il tenore del DPR 62/2013 sul punto è ancora più ampio di quanto scritto da ultimo dall’art. 54-bis del Tupi e oggi ab externo dal D.Lgs. 24/2023 ormai costituente un ‘mini’ Testo Unico sul whistleblowing in Italia:
- (art. 54bis Tupi comma 1 ultima versione ante abrogazione): “1. Il pubblico dipendente che, (...), segnala al responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza (...), ovvero all'Autorita' nazionale anticorruzione (ANAC), (...), condotte illecite di cui e' venuto a conoscenza in ragione del proprio rapporto di lavoro (...)”
- (D.Lgs. 24/2023 art. 1 comma 1): “1. Il presente decreto disciplina la protezione delle persone che segnalano violazioni di disposizioni normative nazionali o dell'Unione europea che ledono l'interesse pubblico o l'integrità dell'amministrazione pubblica o dell'ente privato, di cui siano venute a conoscenza in un contesto lavorativo pubblico o privato.”
E’ evidente, allora, come, sopravvissuto formalmente detto art. 8 del DPR 62/2013, la risposta al quesito di cui al titolo non può essere data in modo accademico passando o meglio traguardando per/solo l’aspetto collaterale e successivo del vedere a chi ora (normazione vigente) il whistleblower deve presentare la sua segnalazione stando alla legge (D.Lgs. 24/2023) e concludendo per l’abrogazione implicita del predetto art. 8 nella parte a qua.
Eppure, se si vanno a vedere molti Codici di condotta aziendali in vigore in molte PPAA italiane si noterà come al 99,99% hanno tutti copia/incollato (Corretto? Dove sta l’aspetto integrativo/specificativo del codice aziendale voluto dall’art. 54 del Tupi in siffatto mero copia/incolla replicante a livello locale una norma nazionale identica ??? L’Anac in suo specifico Regolamento - legittimo? - sanziona anche tale curioso modus procedendi, ma questa è materia di altra trattazione che seguirà la presente) chi se la sente di sostenere tale implicita abrogazione che il legsilatore non ha espressamente sancito ???
Eppure la stessa Anac - conscia della suddetta apparente (?) antinomia - aveva chiesto sin dal 2021 un intervento chiarificatore al Governo/Legislatore nelle Linee Guida sul whistleblowing dettate con l’ultima (e ormai superata, ma non nel punto in esame!) n. 469 del 21.06.2021 (v. ivi a pag. 11):
“Si rammenta, infatti, che l’art. 54-bis richiede, a garanzia del whistleblower, che vi sia una relazione diretta sul piano informativo tra il dipendente - che segnala condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del proprio rapporto di lavoro - e il RPCT della amministrazione ove tali condotte si sono verificate, senza che vi siano intermediazioni in questo rapporto.
Un equivoco, circa il destinatario della segnalazione, può sorgere laddove il Codice di comportamento d.P.R. 62 del 2013 all’art. 814 e all’art. 1315, comma 8, prevede che le segnalazioni di whistleblowing, nell’amministrazione, fermo restando l’obbligo di denuncia all’Autorità giudiziaria, debbano essere effettuate dal dipendente al proprio superiore gerarchico, competente anche per la tutela del segnalante.
L’Autorità auspica a proposito un coordinamento espresso tra l’art 54-bis del d.lgs. 165 del 2001 e l’art. 8 e il comma 8 dell’art. 13 del d.P.R. 62 del...







