LA FUNZIONE PUBBLICA SULL’EMERGENZA CORONAVIRUS
Il ricorso al lavoro agile deve essere utilizzato su ampia scala nelle amministrazioni pubbliche
LA FUNZIONE PUBBLICA SULL’EMERGENZA CORONAVIRUS
Il ricorso al lavoro agile deve essere utilizzato su ampia scala nelle amministrazioni pubbliche
16 Marzo 2020
Il ricorso al lavoro agile deve essere utilizzato su ampia scala nelle amministrazioni pubbliche durante l’attuale periodo di emergenza, gli enti devono sospendere i concorsi e garantire la integrale applicazione delle previsioni dettate per evitare la diffusione della epidemia da cd corona virus.
Il lavoro agile deve diventare la modalità ordinaria di svolgimento delle prestazioni lavorative durante l’attuale fase di emergenza sanitaria; lo stabilisce la Direttiva del Ministro per la Pubblica Amministrazione n. 2 del 12 marzo 2020 “indicazioni in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 nelle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165”.
Le indicazioni contenute nel documento “non riguardano i servizi per le emergenze ed i servizi pubblici essenziali coinvolti nella gestione dell’emergenza epidemiologica in atto”. Gli enti sono tenuti ad informare il Dipartimento della Funzione Pubblica sulle iniziative assunte, in particolare per il ricorso al lavoro agile. A tal fine devono usare il seguente indirizzo di posta certificata: [email protected].
LA LIMITAZIONE DELLE PRESENZE
Ci viene subito detto che “la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa è il lavoro agile”. Dal che se ne deve trarre la conclusione che è necessario limitare “la presenza del personale negli uffici ai soli casi in cui la presenza fisica sia indispensabile”. Gli enti sono invitati ad adottare “forme di rotazione”, mentre invece è necessario che sia garantita “la presenza del personale con qualifica dirigenziale in funzione del proprio ruolo di coordinamento”.
Le PA devono svolgere “le attività strettamente funzionali alla gestione dell’emergenza e le attività indifferibili con riferimento sia all’utenza interna (a titolo esemplificativo: pagamento stipendi, attività logistiche necessarie per l’apertura e la funzionalità dei locali) sia all’utenza esterna”.
Per ridurre la presenza dei dipendenti negli uffici pubblici, “per le attività che, per la loro natura, non possono essere oggetto di lavoro agile, le amministrazioni, nell’esercizio dei propri poteri datoriali, adottano strumenti alternativi quali, a titolo di esempio, la rotazione del personale, la fruizione degli istituti di congedo, della banca ore o istituti analoghi, nonché delle ferie pregresse nel rispetto della disciplina definita dalla contrattazione collettiva nazionale di lavoro”.
LE ALTRE INDICAZIONI
Riassumiamo le altre indicazioni contenute nella direttiva:
1) per la copertura delle altre sedi, gli enti sono invitati ad applicare lo strumento degli incarichi ad interim o a scavalco ed inoltre ad individuare “un’unica sede per lo svolgimento delle attività di competenza del medesimo personale”;
2) le amministrazioni devono limitare al massimo il...