L’aumento del taglio al cuneo previdenziale. Il D.L. n. 48 del 4/5/2023
Decreto Legge n. 48 del 4 maggio 2023
L’aumento del taglio al cuneo previdenziale. Il D.L. n. 48 del 4/5/2023
a cura di Pierluigi Tessaro
08 Maggio 2023
Il Consiglio dei Ministri, con il Decreto Legge n. 48 del 4 maggio 2023 (“Misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro”), ha previsto molte novità e diversi interventi in materia di lavoro.
Con uno stanziamento di 4 miliardi di euro, è stato approvato un nuovo, ulteriore taglio del cuneo contributivo a favore dei lavoratori dipendenti, per i periodi di paga compresi fra il 1° luglio ed il 31 dicembre 2023, nella misura di 4 punti percentuali, senza effetti, però, sulla tredicesima mensilità.
Pertanto, l’esonero contributivo salirà dal 3% al 7% in presenza di un reddito imponibile ai fini previdenziali non superiore a € 1.923 mensili, su base annua fino a € 25.000, e dal 2% al 6% per i dipendenti con un imponibile contributivo fino a € 2.692, su base annua € 35.000.
Lo sgravio contributivo comporterà, quindi, un carico previdenziale ridotto ai fini CPDEL pari, rispettivamente, al 1,85% e al 2,85%.
Resta ferma comunque l’aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche.
Va rilevato tuttavia, che la riduzione del carico previdenziale porterà un incremento del carico fiscale, dovuto all’innalzamento dell’imponibile fiscale, in considerazione del fatto che le ritenute previdenziali risultano essere oneri deducibili.
Dalle stime rilevate, l’aumento quantificato in busta paga per il periodo luglio-dicembre potrebbe arrivare fino a € 100 mensili come valore complessivo fra i due tagli.
Lo scopo è quello di ridurre il cuneo fiscale e contributivo, pari al 46,5% e superiore di ben 10,4 punti percentuali rispetto alla media OCSE, che colloca l’Italia al quinto Paese al mondo.
Il Governo ora dovrà confermare tali misure anche per l’anno prossimo, o prossimi, in modo da renderle strutturali e combattere l’inflazione che, secondo l’ISTAT, ha ripreso a correre considerando l’aumento dello 0,5% su base mensile dei prezzi al consumo, che su base annua ha raggiunto l’8,3%.