L’indebito pagamento del salario accessorio deve sempre essere recuperato dall’Amministrazione

Con l’Ordinanza n. 10468 del 22/4/2025, la Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, ha affermato il principio di nullità delle clausole presenti nella contrattazione decentrata e, di conseguenza, il recupero da parte della Pubblica Amministrazione delle somme erogate a favore dei dipendenti.

Il caso esaminato, che si inserisce nel quadro definito dall’articolo 40 del D.lgs. n. 165/2001, ha visto contrapporre alcuni dipendenti di un comune e l’amministrazione comunale, che aveva accertato diverse illegittimità riferite all’erogazione, a favore dei dipendenti, di compensi accessori e progressioni economiche orizzontali non spettanti.

Le pubbliche amministrazioni possono attivare autonomi livelli di contrattazione collettiva integrativa, nel rispetto, però, dei vincoli di bilancio risultanti dagli strumenti di programmazione annuale e pluriennale, non in contrasto con i contratti collettivi nazionali e senza alcun onere aggiuntivo.

Sulla base di questo principio, l’orientamento giurisprudenziale consolidato stabilisce, perciò, la nullità dei contratti integrativi e l’obbligo di restituzione delle somme erogate indebitamente ai dipendenti, ai sensi dell’articolo 2033 del codice civile (Indebito oggettivo).

Richiamando la precedente Sentenza, n. 25018/2017, la Corte ha confermato il principio per cui il datore di lavoro pubblico, pur non potendo esercitare poteri autoritativi, è, comunque, tenuto ad assicurare il rispetto della legge e, conseguentemente, non può dare esecuzione ad atti nulli, né assumere in via conciliativa obbligazioni che contrastino con la disciplina del rapporto prevista dalla legge o dalla contrattazione.

Per cui, nel pubblico impiego privatizzato non è configurabile un diritto del dipendente di continuare a percepire un trattamento economico...