Minori stranieri non accompagnati: ecco cosa serve. Le raccomandazioni dell’Agia
(Msna)
Minori stranieri non accompagnati: ecco cosa serve. Le raccomandazioni dell’Agia
Pubblicato il report frutto dell’ascolto dei ragazzi ospiti nei SAI. Progetto dell’Autorità garante con ANCI, UNHCR e UNICEF
21 Settembre 2023
I minori stranieri non accompagnati (Msna) presenti in Italia sono oltre 21 mila: non sono solo numeri, ma persone che hanno bisogni, speranze e paure. L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti ha incontrato negli scorsi mesi i ragazzi ospitati nelle strutture del Sistema di accoglienza e integrazione (Sai) gestite dai comuni di Amelia (Terni), Aradeo (Lecce), Bologna, Cremona, Pescara e Rieti. Le visite sono state realizzate in collaborazione con l’Associazione nazionale comuni italiani (ANCI), il Servizio centrale – struttura di coordinamento del Sai, L’Agenzia dell’ONU per i Rifugiati (UNHCR) e Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF). Dal ciclo di incontri è scaturita la pubblicazione Ascolto e partecipazione dei minori stranieri non accompagnati come metodologia di intervento, che riporta il punto di vista dei ragazzi e, a partire da esso, formula nelle conclusioni una serie di raccomandazioni.
“Non c’è più tempo da attendere per completare l’attuazione della legge 47/2017 – dice l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza Carla Garlatti – il sistema di prima accoglienza deve essere realizzato in maniera strutturale e non più come risposta alle emergenze che di volta in volta si presentano. È inoltre urgente adottare il decreto che disciplina il primo colloquio del minorenne che fa ingresso sul suolo italiano: è un passaggio che si attende dal 2017 e che è fondamentale per assicurare i diritti del minore e per aiutarlo a raggiungere in maniera celere e sicura la sua destinazione. A ogni ragazzo devono essere assicurati tre diritti: la presunzione di minore età, la collocazione in una struttura riservata esclusivamente ai minori e un tutore volontario”.
Secondo il report è indispensabile velocizzare le procedure amministrative per ottenere il permesso di soggiorno e rendere uniformi le prassi su tutto il territorio nazionale. I ragazzi oggi devono aspettare anche sei mesi prima di avviare un percorso di inserimento e questo genera ansie, timori, frustrazioni, oltre che una più generale incomprensione dei meccanismi burocratici. Occorre garantire la presenza, in ogni fase del percorso, di un mediatore culturale che possa colmare le difficoltà di comprendere le procedure e la loro “paura di tornare indietro”. Per le stesse ragioni va assicurata la tempestiva nomina del tutore volontario.
Quello della nomina del tutore resta un aspetto critico. Dall’ascolto dei minori è emerso infatti che ci sono ancora casi nei quali, per la scarsità dei volontari, i tribunali per i minorenni attribuiscono la tutela a sindaci o ad avvocati. Si tratta di figure che, occupandosi di un numero elevato di minori, non possono costituire un reale punto di riferimento nel percorso di integrazione.
Per promuovere un effettivo processo inclusivo è inoltre fondamentale creare occasioni di socializzazione e aggregazione con la comunità e agevolare l’apertura di un conto corrente bancario intestato al minore straniero, nel rispetto dei limiti previsti dalle norme vigenti. Nella stessa direzione, infine, va l’invito a rendere omogeneo in tutta Italia il ricorso al prosieguo amministrativo, che rappresenta uno strumento di accompagnamento all’età adulta e di facilitazione nel percorso di integrazione.
“Ho promosso questo ciclo di visite – racconta Garlatti – con l’obiettivo di ascoltare i ragazzi. Ho incontrato giovani che sognano di lavorare e di farsi una famiglia nel nostro Paese, ma che non smettono di chiamare casa. Perché, come hanno confessato, sentono la mancanza della madre. Alcuni mi hanno riferito episodi di diffidenza da parte degli italiani, altri si sono mostrati sorpresi per...