Oltre la presa in carico: spunti di lavoro agile sul Reddito di Cittadinanza alla luce del Decreto Cura Italia
Sono annullati gli incontri di valutazione multidimensionale del nucleo e quelli di monitoraggio...
Oltre la presa in carico: spunti di lavoro agile sul Reddito di Cittadinanza alla luce del Decreto Cura Italia
Di Giovanni Viganò e Anna Rio
30 Marzo 2020
Il decreto Cura Italia del 17 marzo 2020, così cruciale per il tessuto produttivo e sociale italiano in questo periodo di emergenza, introduce un’importante novità anche per chi si sta occupando dell’attuazione della misura RdC. Infatti, ai sensi dell’articolo 40 sono sospese le misure di condizionalità per beneficiari del RdC; questo, dal lato dei cittadini, significa che fino al 17 maggio verrà loro erogato il Reddito senza che debbano rispondere agli obblighi e agli impegni a cui normalmente il beneficio economico è condizionato: il contatto con i servizi, la sottoscrizione del Patto, la frequenza ai corsi di formazione e di orientamento, la partecipazione ai Progetti Utili per la Collettività, etc. Sono di conseguenza annullati gli incontri di valutazione multidimensionale del nucleo e quelli di monitoraggio relativi al percorso d’inclusione sociale e lavorativa.
La disposizione, ripresa e diffusa dalla Nota ministeriale del 19 marzo, ha un rilevante ed evidente riscontro anche dal lato degli operatori responsabili della presa in carico dei beneficiari RdC, che vedono fortemente modificate le loro prospettive di organizzazione del lavoro. In particolare per i Case Manager, non raramente assunti ad hoc dalle amministrazioni, viene meno il nucleo fondamentale del loro mandato, rappresentato dalle attività di convocazione, valutazione e progettazione partecipata con le famiglie beneficiarie del Reddito.
Tuttavia, questo periodo di scarsa operatività a livello di contatto con l’utenza potrebbe rappresentare un utile momento di ricerca e confronto ai fini della definizione delle forme di collaborazione tra servizi sul territorio, oggi non sempre attive e efficaci. La collaborazione di cui parla il Decreto Legge 4/2019 riguarda in prima istanza i servizi di contrasto alla povertà comunali e i servizi per il lavoro, a cui viene richiesto di co-progettare i percorsi per i nuclei beneficiari coinvolti in un Patto per il Lavoro “personalizzato” o in un Patto per l’Inclusione Sociale che preveda interventi e impegni di tipo lavorativo. Inoltre, il periodo si presta all’elaborazione o all’aggiornamento dei protocolli di attivazione delle équipe multiprofessionali che il Case manager può decidere di convocare per approfondire la...