Reddito di Cittadinanza – alcune considerazioni in itinere
Reddito di Cittadinanza
Reddito di Cittadinanza – alcune considerazioni in itinere
08 Luglio 2019
L’investimento fatto dal governo su una misura di contrasto alla povertà va sicuramente considerato come una grande opportunità: da un lato come possibilità di intercettare un disagio nascosto, non rappresentabile dalle consuete categorie di persone in carico ai servizi, dall’altro come occasione per chiamare a raccolta su una tematica così complessa una molteplicità di attori anche non convenzionali nelle politiche sociali quali il mondo delle imprese e produttivo.
Le due notizie di questi giorni sono: un risparmio di spesa rispetto al previsto e, nel Decreto Crescita, l’ampliamento della platea dei beneficiari
Le osservazioni fatte fin dall’inizio da parte di chi lavora a contatto con le persone povere erano centrate sul fatto che la misura del RC si prefiggesse di dare molte risposte - contrasto alla povertà, politica attiva per il lavoro, rilancio dei consumi, crescita del PIL – col rischio di non incidere effettivamente in alcuna direzione.
Inoltre chi si occupa di contrasto alla povertà in modo professionale, sa che le persone in povertà assoluta, in un contesto sociale evoluto come l'Italia, provengono da traiettorie di vita con molteplici punti di frattura, sono persone con fragilità personali e sociali che limitano molto percorsi realmente riabilitativi e di recupero. Spesso hanno patologie complesse, di tipo psichiatrico, dipendenze, o sono semplicemente persone fragili che non hanno retto alle fratture esistenziali, o persone prive di una rete di sostegno. Sono persone lontane dal mondo del lavoro da tempo, con le risorse personali totalmente dirette a risolvere il problema della sussistenza.
Non hanno capacità di relazione con i servizi, specie in senso evolutivo.
Tutto questo si traduce in una difficile possibilità di intercettare davvero chi vive in estrema povertà, di chi ha poco più che la sussistenza offerta da progetti e percorsi di presa in carico spesso di tipo emergenziale e privato (dormitori, mense, docce, punti vestiario, sostegno alimentare).
La complessità sta appunto qui: riuscire a direzionare persone con traiettorie di vita discendenti, precipitate sul fondo della società, verso una misura che ha un certo grado di complessità e che richiede “compliance”, cioè partecipazione ad un piano di recupero predefinito e preimpostato.
Su tutto ciò incide anche il contesto sociale più generale: le scarse retribuzioni dei lavori accessibili con scarsa o nulla qualifica, (sulla base della quale si sta ampliando il fenomeno dei working poor), le complicazioni riguardo all’accesso all’abitare a costi...