La crisi di natalità - che investe ormai tutta l’Europa e vaste aree del mondo, e che a causa di una lunga spirale impatta sul nostro Paese con particolare evidenza - rappresenta fra le grandi transizioni del nostro tempo il più importante cambiamento che stiamo attraversando. La transizione demografica, infatti, oltre ad avere profonde implicazioni in termini economici e sociali, incide sull’innovazione, anche digitale, a causa della perdita della spinta delle giovani generazioni, e ha pure conseguenze ambientali, perché lo spopolamento è causa di depauperamento dei territori e, con particolare riguardo alle aree interne del nostro Paese, mette a rischio l’immenso patrimonio storico, naturalistico, culturale, di tradizioni, che il cuore della nostra Nazione custodisce.
Le misure adottate, che vanno nella direzione di un rafforzamento dei servizi per la prima infanzia, di un sostegno alle madri lavoratrici, di una valorizzazione dei territori, hanno come filo conduttore la famiglia e le relazioni di prossimità, da riconoscere come elementi fondanti e centrali di un macrofenomeno di cui va compresa l’estrema complessità, innanzitutto dal punto di vista culturale. Occorre quindi comprendere come aiutare a rendere la famiglia e la genitorialità non solo compatibili con i nuovi stili di vita, ma anche attrattive alla luce di essi.
In questo senso, appare fondamentale potenziare la diffusione dei servizi sui territori, al fine di intercettare precocemente i nuovi bisogni delle coppie e delle famiglie e di mettere a loro disposizione misure volte a supportarle. Questi bisogni emergono anche dal fenomeno di nuclearizzazione delle famiglie stesse e dall’assottigliarsi delle reti parentali che, fino a qualche anno fa, svolgevano le funzioni di supporto attraverso modalità di scambio informale e trasmissione di saperi e pratiche di cura.
Proprio al fine di rafforzare le funzioni di supporto e di informazione alle famiglie svolte dai centri per la famiglia, l’articolo 33, della legge 13 dicembre 2024, n. 203 ha aggiunto all’articolo 1, comma 1250 della legge n. 296 del 2006, la lettera “e-bis) interventi volti a potenziare il ruolo dei centri per la famiglia”, differenziando dunque espressamente il ruolo dei centri da quello svolto dai consultori familiari, ai quali erano prima accostati.
Inoltre, l’articolo 14, del decreto-legge 15 settembre 2023, n.123, convertito con modificazioni dalla L. 13 novembre 2023, n. 159 (c.d. Decreto Caivano) ha previsto, da un lato, che i Centri per la famiglia offrano consulenza e servizi in merito alla alfabetizzazione mediatica e digitale dei minori, con particolare attenzione alla loro tutela rispetto all'esposizione a contenuti pornografici e violenti e, dall’altro, che il Ministro per...